27 marzo 2020! Quella figura bianca, una domanda per il mondo!

Chissà quanti siamo stati davanti alla televisione per vedere il papa dare al mondo la benedizione Urbi et Orbi. Ognuno ha seguito con la sua sensibilità, con la sua opinione su Papa Francesco e sulla fede, ognuno tuttavia compartecipe del gesto solidale verso la sofferenza attuale del mondo causata dalla diffusione del coronavirus. Vi racconto quello che hanno visto i miei occhi.

Io ho visto piazza San Pietro affollatissima: giovani, vecchi, fanciulle che intonavano canti e facevano danze… attorno a quella figura bianca, un punto sospeso, una domanda per il mondo… e con loro ho visto tutti gli ammalati, di corpo e spirito, e tutti quelli che si prendono cura di loro, del loro corpo e del loro spirito… c’era chi piangeva, c’era chi rideva… ho visto un popolo immenso, unito dalla stessa attesa…

Non è stato facile farmi spazio tra mille pensieri… ma poi la mente si è fermata, forse perché mi è arrivato alle narici un profumo d’incenso inebriante al punto che m’ha preso un senso di svenimento, una specie di vertigine… era resina di rosa, cannella, cinnamomo, era storace? … profumo di santità, sicuro!

A questo punto ho visto un uomo appeso a una croce, solo, lasciato fuori, bagnato dalla pioggia, piagato e derelitto nello spasimo della sua morte … e a poca distanza, come tra il Golgota e il Giardino di un sepolcro, ancora Lui, stavolta vivo, sì, lui stesso, potente, luminoso…un pezzo di pane inutile agli occhi del mondo, ma pane di vita eterna per chi ne sa perforare la trasparenza divina…

In mezzo, tra lui morto e lui stesso vivo, c’era quella figura bianca, traballante, che sembrava una culla per come camminava, ma non era un vecchio, no… io l’ho visto giovane, fiero, un giovane eroe con una piccola fionda, uno che non glielo daresti – a guardarlo – tutto questo coraggio… ma cos’è il coraggio se non quell’agire del cuore, che anche senza fare nulla… confonde la forza dei sapienti e degli intelligenti… e chissà quanti intelligenti e sapienti sono scappati via, non potendo sopportare tanta umiltà barcollante…

Ma il cuore sa tutto, e il coraggio è arrivato, ha raggiunto come un ultrasuono i meandri spocchiosi della nostra mente, i nostri labirinti e i sentieri tortuosi dell’anima… e li ha raddrizzati… facendoli diventare una strada e una porta stretta, attraverso cui, ancora oggi, ci si salva…  duemila anni fa quel giovane, tra il calvario e il giardino si chiamava Giovanni, in questi giorni la storia gli ha dato il nome di Francesco…perché un papa non è solo Pietro, è anche Giovanni… dalla croce al giardino deve infatti anche oggi correre al sepolcro per vedere i teli attraversati dalla luce e lasciare poi che sia Pietro a raccontarlo…

Ma non è mancata certo lei all’appuntamento, l’altra invisibile e silenziosa protagonista, c’era lei sotto la croce, stabat Mater, in piedi, eretta, incrollabile, tenera e forte… piccola, eppure più ampia dei cieli…

E in quello scroscio d’acqua ho sentito, spero di non averle sentito solo io, ho sentito davvero chiare alcune parole appena appena sussurrate: Madre ecco tuo Figlio, Figlio ecco la tua Madre…

E il Figlio e la Madre si sono abbracciati…  Non ve ne siete accorti…

In quel momento la madre ha allargato le sue immense braccia, le ha allargate seguendo l’andamento delle colonne della piazza, un abbraccio enorme, che ha raggiunto i suoi figli di tutto il mondo, madre di tutti, degli ultimi, ma pure dei potenti della terra, che magari si sentono dio ma sono piccoli e insignificanti e non si rendono conto che basta niente, lo sguardo tenero di una madre addolorata, per farli cadere dai loro piedistalli…

Poi un lungo silenzio, intrecciato di tutte le nostre parole mute…

E poi le campane e le sirene hanno suonato insieme, mors et vita duello conflixere mirando, la morte e la vita hanno cominciato a combattere l’una contro l’altra, un duello terribile davanti ai nostri occhi, ma sono rimaste infine le campane… dux vitae mortuus, regnat vivus… il Signore della vita, morto, regna vivo…

e allora loro due insieme, il Cristo e il suo vicario, hanno guardato – insieme – il mondo, e il mondo è stato benedetto… in ginocchio tanti si sono lasciati raggiungere da un fiume immenso di misericordia, di tenerezza, d’amore… qualcuno ha pianto… è arrivata una ricchezza che nessun male sulla terra, visibile o invisibile, potrà mai distruggere… un soffio, un respiro di vita, che niente potrà spegnere…

ora quella benedizione rimbalza da cuore a cuore… continua a propagarsi… domani deve diventare sguardo, proposito, coraggio.. anche per noi… volevo che stasera quella benedizione potesse rimbalzare ancora … non sono riuscito a fare diversamente……

E poi, tornando a quella piazza gremita… ad un certo punto la pioggia battente è diventata un lunghissimo applauso, non l’avete sentito? Io lo sento ancora…

Pace e salute a tutti…credenti e non credenti… come vuole il papa…

4 pensieri riguardo “27 marzo 2020! Quella figura bianca, una domanda per il mondo!

  • 29/03/2020 in 23:43
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    La preghiera con il Papa è stata molto emozionante. Io ho sentito pregare in italiano, ma anche in inglese, in francese, in tedesco, in spagnolo, in russo, in albanese, in portoghese, ecc….
    C’eravamo tutto il mondo, accomunati dalla paternità del Signore, alla ricerca del suo abbraccio e della Sua infinita misericordia.
    Mi sono commossa.
    Continuiamo a pregare per questo grande Papa 🙏❤️

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  • 28/03/2020 in 21:55
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    Grazie per la possibilità che ci dai di poter leggere il tuo quartino 👍

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  • 28/03/2020 in 21:49
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    Grazie ancora per poter leggere il quartino di ieri sera👍

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