Nel nuovo Giardino! (IV dom. di Avv., Anno B, Lc 1, 26-38)
Nessuna solitudine umana potrà mai essere pienamente colmata da un’altra creatura. Il cuore umano, infatti, porta dentro di sé una domanda a cui nessun’altra creatura potrà mai dare una risposta, dal momento che anch’essa la cerca; è la domanda sul significato della vita, della sofferenza, della morte; una domanda d’Amore eterno e incondizionato che, dunque, ci unisce e ci separa.
Questa domanda porta con sé la profonda nostalgia di una compagnia perduta. Il libro della Genesi racconta l’origine di questa nostalgia con l’immagine del paradiso terrestre, dove Adamo ed Eva vivevano in piena comunione con Dio, ne sentivano i passi nel giardino, ed erano felici. Solo la nostalgia di una tale felicità può generare un desiderio così potente. Come ritrovare i profumi ineffabili di quel GIARDINO?
Osserviamo che i Padri della Chiesa amano chiamare Maria di Nazareth: “GIARDINO DEL PARADISO” (Hortus conclusus); come mai? Nelle Annunciazioni del Beato Angelico Maria viene sempre collocata in un meraviglioso GIARDINO pieno di fiori bianchi e vermigli; è il Giardino dell’Amore del Cantico dei Cantici. In questo GIARDINO l’Angelo le sussurra: «Il Signore è con te!». Nel grembo di Maria, Dio, attraverso il Figlio che nasce, torna a far compagnia all’umanità peccatrice. Dunque è lei stessa il NUOVO GIARDINO DEL PARADISO! E come Maria ha portato nel suo grembo il corpo di Cristo che doveva nascere, la Chiesa porta nel suo grembo il corpo glorificato del Signore, che è morto e risorto per noi. Maria e la Chiesa dunque esprimono lo stesso mistero, la stessa presenza. Come a Maria, anche alla Chiesa l’arcangelo Gabriele dice: «Il Signore è con te», quindi lo dice a ciascuno di noi!
Ecco vinta la nostra umana solitudine! La perduta compagnia di Dio, attraverso Maria e nella Chiesa, ci viene restituita e la domanda di eternità del nostro cuore trova una risposta in grado di colmarne il vuoto, l’infinito desiderio. Ecco, già si vedono fiorire nuovi fiori bianchi e vermigli, già si avverte il loro profumo, si sentono i passi del Signore nel Giardino dell’anima nostra! Come Maria, anche la Chiesa è Piena di Grazia, e continua a riempirsi di Grazia, proprio nel senso che l’espressione “Piena di Grazia” (kekaritomene) assume nel testo evangelico, dove indica una condizione che è cominciata nel passato e continua nel presente; un’azione, dunque, cominciata nel grembo di Maria e proseguita nel grembo del fonte battesimale della Chiesa a favore di ciascuno di noi.
Quando si concluderà questo cammino? Lo sappiamo! Si concluderà quando ciascuno di noi avrà accanto Gesù nel momento del dolore e, in quell’ora suprema, con tremore oserà dirgli: «Signore, ricordati di me, fammi entrare nel tuo Regno!», nella fiducia che Egli dica come al buon ladrone: «Oggi sarai con me nel Paradiso, nel Giardino di cui già conosci tutti i profumi e le essenze». Pregustiamo quei profumi nella vita della Chiesa, “madre di una stirpe santa e incorruttibile”; noi, non più soli, figli nel Figlio, tutti fratelli. Se il Natale non ci consegna questa speranza, diventa una festa inutile e vuota.
(Questo testo è già stato pubblicato dall’autore nella rivista CREDERE)