22 giugno 2019. THE ARANCINS

Non mi sarei mai sognato di diventare un rappresentante della cucina siciliana in America. Io che non ho mai osato cucinare per nessuno, mi carico improvvisamente della responsabilità di portare a tavola la Pasta alla Norma e …uhmmmm… le arancine o gli arancini? Qui, mi dispiace, anche se sono della Sicilia occidentale, in terra straniera non posso far torto a nessun lembo della Trinacria… perciò – per buona pace di tutti – io non preparo né arancine, né arancini; siamo in America, quindi io preparo THE ARANCINS, e ognuno decida per conto suo se sono maschi o femmine. L’impresa è per me più difficile di quell’assurda versione di greco della mia maturità dell’82, ma non posso fare un torto a padre Andrew. Al primo raggio di sole, in una New York luminosa e splendida, il father mi ha portato a fare una bellissima passeggiata fuori dal quartiere, verso il Columbus Park. Lungo il cammino mi ha mostrato una sua interessante installazione, il memoriale di san Felix Varela nella parrocchia della Trasfigurazione. E’ un artista padre O’Connor; cosa rispondergli quando nel suo simpaticissimo italiano mi dice: «Tu prepara arancins (la traduzione ovviamente è mia)»? Senza indagare se sia una richiesta o un ordine mi ritrovo sulla Grand Street dove si trova la salumeria DI PALO, considerata very expensive dai Newyorchesi della zona:  come una gioielleria (indovinate ora cosa significa expensive)! Ma i prodotti sono tutti genuinamente italiani. I prodotti! ma i gestori non sono italiani del continente, sono… siciliani! Ovviamente non resisto e prendo un panino al crudo insieme ai chicchi di riso carnaroli, allo zafferano e alla ricotta salata. Ma a questo punto un’altra tentazione si insinua e dico all’uomo che lavora al banco: «Mi lu conza pi fauri un paninu, aiu un pocu di prescia (Mi prepara per favore un panino, vado di fretta)!» . Colpito e affondato: «Ci lu conzu subitu, patri!». E così abbiamo stanato il signor Ferrantelli, di… Castellammare!!! Me ne torno a casa rallegrato dalla piacevole conversazione in puro slang siciliano, ma  con l’incubo delle ARANCINS da preparare. E now sono felice! Via whatsapp mi sono arrivate ricette tutte diverse, ma alla fine c’è stata la mia sintesi prodigiosa, THE ARANCINS sono uscite vive, anche grazie all’aiuto di uno dei miei apostoli della casa (Simone); ed ora con orgoglio posso dire di essere riuscito a non rompere le BALLS buttate nell’olio! Però meno male che le ho chiamate THE ARANCINS: palermitani e catanesi si sarebbero coalizzati a tirarmele in testa, se avessi osato chiamarle ARANCINE O ARANCINI! Rimane dunque irrisolta la disputa su come chiamarle, per buona pace di chi pensa che in Sicilia il problema sia solo quello del “ttrraffico”!

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