19 giugno 2019: UN SICILIANO IN AMERICA, CHE NOVITA’!

L’impressione che ho avuto, scendendo dall’aereo ed arrivando all’affollatissima dogana dell’aeroporto JFK di New York, è stata quella di entrare in uno dei tanti film americani che passano per la televisione. Le donnone con culi enormi, treccine ai capelli variamente collocate e alcune di loro con ciuffoni a ciambella come intarsiate di palline colorate e con nastrini di varie dimensioni sono rassicuranti… la sensazione è di esserci già stati, e la sensazione si unisce ad una sorta di piccola delusione… in fondo allora è proprio così… perché, come pensavi che fosse? Per me lo straniamento è ancora più grande perché il mio viaggio ha il senso che il futuro gli darà, perché non ha alcun motivo, non ha pretesa, mette insieme alcune situazioni, nessuna delle quali da sola si aspetterebbe di essere soddisfatta addirittura da un viaggio in America… Meglio, o peggio di così, non si può… tanta attesa per tre minuti di dogana, a momenti neanche l’ESTA hanno voluto vedere, pensare che me l’avevano descritto come le forche caudine…. La valigiaaaaa, dunque i miracoli esistono, lì, sul nastro, pronta per me… Sono con due ore di ritardo, padre Andrew O’Connor ci sarà, là fuori? … Ah, eccolo, è proprio lui!

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